Super Mario Land (GB), il mio primo Mario

Buongiorno belle personcine, oggi vado un po' più sul personale e voglio raccontarvi del primo gioco di Mario che ho avuto l'occasione di giocare per bene.

Era l'estate del 1994 e un adolescente Gabriel era in vacanza in un campeggio, ospite di amici dei genitori. Il figlio mi aveva gentilmente prestato il suo Gameboy con all'interno la cartuccia di Super Mario Land.

Era la prima volta che avevo occasione di tenere in mano un Gameboy e mi sorprese la solidità della console ma soprattutto la resa grafica così nitida su una console portatile. Per l'epoca, ovviamente, sappiamo bene quanto il display del Gameboy fosse soggetto a ghosting, ma per me era già incredibile vedere immagini animate su un dispositivo portatile. Iniziai a giocare con la consapevolezza di dover centellinare il tempo di gioco: le batterie all'interno più la piccola scorta che avevo avrebbero dovuto durare per le due settimane successive, quindi mi imposi di fare circa mezz'ora al giorno, non di più. I primi livelli di Super Mario Land erano molto iconici: un'ambientazione simile ai primi livelli del Super Mario classico (che avevo provato molto brevemente) e riuscii a completarli abbastanza agilmente. La cosa particolare è che in questo gioco a fine livello non bisogna toccare l'asta della bandiera del castello come nel Super Mario del Nes ma si hanno due porte di uscita: una raggiungibile facilmente e una nella parte alta dello schermo, raggiungibile solo dopo una serie di salti, che saranno sempre più difficili proseguendo nei livelli. Entrando nella porta superiore si accederà ad una stanza bonus dove potremo vincere delle vite aggiuntive, cosa che non succede entrando nella porta inferiore.

Al terzo livello l'ambientazione è marcatamente egizia e ci troviamo all'interno di una piramide; a fine livello il boss da combattere sarà una sfinge che spara palle di fuoco.
Una volta sconfitta accederemo alla stanza adiacente dove si trova la principessa Daisy: ma dopo averci ringraziato l'incantesimo si scoglie e diventa un mostro che scappa via: la vera principessa si trova altrove.

Non avevo mai visto la oramai classica schermata "La principessa si trova in un altro castello" e ci rimasi spiazzato quando battei il boss. Il gioco proseguì e il secondo mondo era ambientato su un'isola tropicale. La difficoltà mi sembrò impennarsi, faticai moltissimo ad arrivare al terzo livello di questo mondo, che stavolta era sottacqua e bisogna battere il boss comandando un piccolo sottomarino. Il terzo Mondo era ambientato nell'isola di pasqua e mi sembrò uno scoglio insormontabile: arrivavo sempre con troppe poche vite e i nemici avevano comportamenti a cui non ero abituato, ci misi parecchi giorni a superarlo.

Il quarto mondo era ambientato in un ambiente che ricorda fortemente la Cina e i nemici sono tutti a tema. Anche qui, appena arrivato mi sembrò un incubo e morii spesso. Fortunatamente riuscii ad abituarmi in fretta alle nuove difficoltà e arrivai in piuttosto speditamente al terzo livello, che vede Mario a bordo di un aereo. Arrivai al boss e lo sconfissi, ma a sorpresa ne spuntò un altro, molto più grosso ed agguerrito. Qui trovai delle difficoltà, Ci impiegai alcuni tentativi, ma alla fine riuscii a batterlo.

Questa volta la principessa Daisy mi ringraziò sul serio, montò sull'aereo e volò via assieme a Mario, circondati dai titoli di coda: quella musichetta che li accompagnava mi è rimasta impressa, un giusto contorno per il senso di appagamento per aver completato il gioco. A conti fatti, il gioco può essere portato a termine in circa 40 minuti avendo dimestichezza con livelli e comandi: una durata decisamente adatta per la console portatile in cui si trovava.
Super Mario Land è un titolo solido, e anche se per i canoni odierni la durata piuttosto breve, la difficoltà è giustamente bilanciata per non essere completato la prima volta che lo si gioca. La grafica è molto acerba essendo uno dei primissimi titoli usciti per Gameboy ma è tuttavia ancora godibile e piacevole.

Commenti