Barcode Battler, "la guerra dei codici a barre"

Buongiorno belle personcine che combattono Imperatore Boss, oggi voglio parlarvi di Barcode Battler.

Uscito in Giappone nel 1991 e importato in Italia nel 1993 da Giochi Preziosi, Barcode Battler è un'interessante ibrido tra un gioco da tavolo e un videogioco.

Secondo il libretto delle istruzioni, il malvagio Imperatore Boss (giuro si chiama così) ha conquistato tutta la sua galassia Barcode, e non contento ha anche inventato una macchina del tempo per dominarla anche nel passato e nel futuro. Solo pochi eroi non si sono piegati al suo dominio e noi dovremo sceglierne due, un guerriero e un mago, per viaggiare attraverso le ere e riuscire a recuperare gli artefatti che ci permetteranno di penetrare nella sua dimensione e infine sconfiggerlo. la confezione contiene una dispositivo con uno schermo al centro, alcuni pulsanti ai lati e sotto lo schermo e un lettore di schede. il display è occupato per la maggior parte dai valori di vita, attacco e difesa dei due avversari, contornati da piccole scritte e indicatori. i pulsanti laterali servono ai rispettivi giocatori per attaccare o potenziarsi quando è il proprio turno mentre gli altri pulsanti servono per accendere/spegnere il dispositivo e selezionare la modalità di gioco.

Il focus è ovviamente il lettore di schede: nella confezione sono contenute varie card raffiguranti eroi, equipaggiamento o nemici con sul retro il rispettivo codice a barre. Durante il turno apposito, il giocatore potrà effettuare la scansione del proprio personaggio e del suo equipaggiamento, dopodichè sarà il turno dell'avversario e infine il dispositivo gestirà il combattimento tramite attacchi gestiti da "tiri di dado" casuali.

E' presente la modalità per giocatore singolo, che come diceva la trama si compone di vari combattimenti per riuscire poi a sconfiggere Imperatore Boss, e c'è la modalità per due giocatori dove ci si può sfidare con un'altra persona.

Se in occidente Barcode Battler ha ricevuto un'accoglienza al più tiepida dal pubblico, in Giappone ha fatto un grande successo tanto che ne sono state fatte delle espansioni con carte a tema, anche di Zelda e Super Mario, e addirittura un accessorio per collegarlo al Super Nintendo e vari giochi dedicati.

Dato che il combattimento è gestito in maniera molto simile a quello di un JRPG a turni, anche se semplificata, si può ben capire come mai in occidente il gioco non abbia fatto così tanto presa: il genere verrà conosciuto dalla massa solo qualche anno dopo con l'uscita di Final Fantasy VII, mentre anche per il fattore "card collezionabili" si può fare la stessa ipotesi, dato che il gioco era in anticipo di un paio di anni dall'esplosione del gioco di carte Magic e di quelli che avrebbero seguito a ruota. La cosa più bella era che era possibile utilizzare un qualsiasi codice a barre con il gioco, si era proprio incoraggiati a scovare per casa scatole di prodotti alimentari, per la pulizia o quant'altro che contenessero un codice a barre per creare i propri combattenti, mostri o accessori rendendo virtualmente infinita la longevità del gioco. Immaginate un giovane Gabriel che si mette a scartabellare e ritagliare qualsiasi scatola nel proprio armadio menomando così qualsiasi gioco in scatola per raccogliere tutti i codici a barre per un gioco chiesto in regalo. Gioco che non riceverà mai. E quindi me lo sono comprato. A 40 anni suonati. tiè.

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