Famicom Disk System, quando Nintendo pensava al futuro

 Buongiorno belle personcine, oggi vorrei parlarvi del Famicom Disk System.


La prima console casalinga di Nintendo esce in Giappone nel 1983 con il nome di Family Computer, abbreviato in Famicom. La console ebbe un successo straordinario ma i suoi difetti vennero alla luce molto velocemente complice anche il costante e veloce avanzamento della tecnologia elettronica in quegli anni. Su tutti, la poca memoria ram gestibile, il chip audio limitato e il poco spazio a disposizione sulle cartucce per i giochi vari.


Per ovviare ad alcuni di questi problemi nel corso degli anni si sono adottate cartucce di gioco con diverse modifiche integrate, come controller e chip aggiuntivi. Questa soluzione però si è rivelata molto dispendiosa in quanto ovviamente questi potenziamenti funzionavano solo con quello specifico gioco inserito, per cui tutte le cartucce dovevano contenere quelle aggiunte.

Ma fortunatamente una soluzione per abbattere i costi arriva proprio da Nintendo: a inizio 1986 viene immesso sul mercato il Famicom Disk System, una periferica a dischetti da collegare allo slot cartucce della console principale tramite un adattatore, che contiene anche una espansione di memoria e un chip audio migliorato.


Il successo in Giappone è stato immediato: nonostante l'alto costo del Disk System, i giapponesi riuscivano a risparmiare grosse cifre sui giochi. Ma non solo: la rivoluzione è stata soprattutto l'introduzione di distributori di giochi nei negozi dedicati. Un possessore di Disk System poteva quindi acquistare  un gioco nuovo singolarmente, ma molto più spesso succedeva che si acquistassero dei dischetti vuoti e tramite distributore si sceglieva quali giochi comprare. Ma non solo, i dischetti già usati potevano venire riscritti sempre tramite i distributori, andando a sovrascrivere un gioco già completato o non di gradimento.


Per parlare di cifre risparmiate, un gioco classico su cartuccia costava circa 5000 yen. Un gioco venduto su disco, con manuale stampato, si aggirava sui 3500 yen. Mentre un dischetto vuoto riutilizzabile ne costava 2000, e scrivere un gioco tramite distributore costava soli 500 yen. 


Il successo è stato così ampio che i suddetti distributori sono rimasti attivi fino al 2003, 20 anni dopo l'uscita del Famicom. Pwer fare un parallelismo, è come se nei nostri distributori automatici trovassimo giochi nuovi di Playstation2 o Gamecube.

Inoltre Nintendo ha offerto il proprio servizio di riparazione per il Disk System fino al 2007. Di nuovo, pensate se Sony offrisse ancora ufficialmente riparazioni per la sua PS2.


E i giochi? Alcuni dei primi giochi erano dei porting di titoli già usciti su cartuccia su Famicom, ma molti erano esclusivi. Super Mario 2, ad esempio, uscì solo su dischetto e solo alcuni anni dopo venne anche portato su cartuccia. Inoltre il più spazio a disposizione per i giochi e la possibilità di cambiare dischetto senza spegnere la console favorì anche la comparsa di giochi su più dischetti, soprattutto per avventure ma non solo.

Disk-kun, la mascotte della piattaforma

Insomma una periferica di tutto rispetto che purtroppo non ha mai lasciato il Giappone. Recuperarla ora può rivelarsi abbastanza dispendioso ma dà grandi soddisfazioni, ne ho preso uno di recente e con un seti di giochi "sconosciuti" ho trovato perle come Zelda 2, Super Mario, Bubble Bobble ma anche un paio di giochi di avventura testuale incomprensibili, è stata un'esperienza divertente

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