Silent Hill 2 (PS2), l'horror psicologico va in profondità

 Buongiorno belle personcine, oggi vorrei parlarvi di Silent Hill 2.

A due anni dall'uscita del primo capitolo, a fine 2001 esce Silent Hill 2 inizialmente solo su Playstation 2. Già dai primi minuti di gioco capiremo che non è un sequel diretto delle vicende del primo Silent Hill, ma come per i successivi giochi della saga ne condivide le ambientazioni, il tipo di narrazione, le meccaniche di gioco; mentre storia e personaggi sono completamente a sè stanti.


Vestiremo i panni di James Sunderland, che si trova a Silent Hill attirato da una lettera ricevuta. Il mittente è la moglie, che però è morta da tre anni. James quindi si imbarcherà in un viaggio attraverso i luoghi dei suoi ricordi per capire e scoprire cosa c'è dietro a questo strano evento. 


Durante il suo percorso si imbatterà in alcuni personaggi, tutti legati in qualche modo a ciò che sta cercando e tutti con una forte personalità. Più di una volta il giocatore si troverà a empatizzare con loro o al contrario ad odiarli.


Purtroppo non si può parlare di quanto questo gioco vada a fondo su certi temi psicologici senza necessariamente fare spoiler anche pesanti sulla trama, ma per ora posso dire solo che vengono trattati temi di abusi sia psicologici che fisici, bullismo, abbandono, sofferenza, solitudine, rimorso, rifiuto della realtà. Tutto questo sia direttamente tramite dialoghi e situazioni immediatamente visive che tramite non detti, allusioni, metafore sonore o visive che possono portare la persona a capire perfettamente di cosa si sta parlando anche senza dirlo esplicitamente.


Tecnicamente il gioco fa passi da gigante rispetto al suo predecessore, complice anche un importante cambio di piattaforma: i modelli dei personaggi sono più realistici, le movenze più curate, le espressioni facciali ben definite. La colonna sonora come sempre è eccelsa nell'accompagnare le situazioni e Akira Yamaoka si conferma un maestro. Seppure i controlli del personaggio utilizzino ancora lo schema del cosiddetto "tank control", per il tipo di gioco che è questo Silent Hill 2 si sposano benissimo.


Anche in questo caso avremo vari finali differenti, compreso uno spassoso finale "extra" disponibile dopo aver finito una volta il gioco con protagonista uno scherzoso cane shiba inu. Il finale canonico, invece, ha di nuovo tante profonde implicazioni da essere comunque la conclusione più terribile ma logica della vicenda.


Silent Hill 2 è uno dei capitoli più apprezzati della saga, non tanto per il gameplay in sè (ha una parte iniziale che fatica un po' ad avviarsi) ma quanto per la trama, per i temi trattati e per come tratta i suddetti temi. Un capitolo incredibilmente profondo da non prendere alla leggera: soprattutto per persone molto empatiche o che stanno vivendo un periodo emotivamente difficile, giocare a questo gioco potrebbe non essere consigliato tanto colpisce in profondità. Lo amo e lo odio per questo motivo. Si potrebbe parlare per ore di ogni singolo aspetto psicologico inserito, dei personaggi, dei mostri, ma di nuovo si cadrebbe nel campo dello spoiler e preferirei che lo provaste di persona, magari nella versione remake che Konami ha annunciato qualche tempo fa.

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