Samurai Warrior: The Battles od Usagi Yojimbo (C64), dalla carta allo schermo

Buongiorno belle personcine onorevoli, oggi volevo parlarvi di Samurai Warrior.

Uscito nel 1988 per Commodore 64, Zx Spectrum e Amstrad CPC, Samurai Warrior (The Battles od Usagi Yojimbo) è un videogioco tratta dal fumetto chiamato appunto Usagi Yojimbo.


Piccola premessa: l'opera originale è praticamente sconosciuta qua in Italia ma in USA ha riscosso un grosso successo sin da quando è partita nel 1984. L'autore, Stan Sakai, è nato in Giappone ma si è trasferito in USA durante la sua adolescenza e ha saputo mischiare ottimamente le due culture in un'opera dal taglio statunitense ma che racconta fedelmente il Giappone feudale.


E questo traspare anche nel videogioco di cui stiamo parlando: comandiamo il protagonista, Usagi Yojimbo, che è un coniglio antropomorfo ronin, ovvero samurai senza padrone. In una visuale laterale dovremo salvare il nostro amico Lord Noriyuki (un panda), rapito da uno shogun malvagio.


A schermo vedremo l'espressione calma ma risoluta del protagonista in una finestra in alto che ci servirà da indicatore per capire in che modalità stiamo camminando: se avremo la spada infoderata potremo camminare, fare piccoli salti in avanti ma soprattutto inchinarci, mentre con la spada sfoderata l'espressione si farà più combattiva e potremo correre, caricare i nemici, attaccare con la spada e fare salti più lunghi.


Queste due modalità di approccio sono il core del gioco in quanto il nostro punteggio è basato sul karma. Facendo buone azioni, ovvero inchinandoci ai passanti, facendo offerte ai mendicanti o sconfiggendo i nemici il nostro karma aumenterà. Facendo cattive azioni, come camminare con la spada sguainata davanti a persone normali, attaccare innocenti o non inchinarsi invece il karma scenderà.


Anche per le fasi di combattimento il gioco non è così banale: i nemici potrebbero essere nascosti sugli alberi o essere travestiti da paesani e attaccarvi dopo un saluto. In alcuni casi dovremo decidere se pagare un pedaggio o attaccare chi ci ostacola, così come accettare delle rispettose sfide tra samurai.


Potremo guadagnare soldi (ryo) sconfiggendo nemici o giocando d'azzardo in alcune locande, soldi che ci serviranno a pagare pedaggi, fare offerte o carità oppure per comprare cibo alle locande, che ripristinerà un po' della nostra energia.


Infine, i livelli sono sì laterali a scorrimento orizzontale ma avremo la possibilità di scegliere tra alcuni bivi del percorso per giungere alla nostra destinazione finale.

Come la maggioranza dei giochi dell'epoca, anche Samurai Warrior era un gioco piuttosto breve e la sua longevità era più basata sulla difficoltà. Una volta padroneggiate le meccaniche e sapendo quale strada è meglio prendere, il gioco era possibile completarlo in una quindicina di minuti.


Una decina di anni fa ne è uscito una sorta di remake per piattaforme mobili e steam, ma è stato ricevuto malissimo in quanto è stato di molto semplificato il gameplay ma i comandi risultano comunque legnosi.


Ma nella sua veste originale Samurai Warrior è una piccola perla del suo tempo, una licenza sfruttata incredibilmente bene che dà al gioco un'ottima atmosfera

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