Buongiorno belle personcine a cui piace il gore, oggi voglio parlarvi di Splatterhouse
Uscito nel 1988 per sale giochi e in seguito portato in esclusiva solo sulla console PcEngine nel 1990, Splatterhouse è un picchiaduro a scorrimento dalle tematiche chiaramente horror e splatter.
Il protagonista, Rick, ha il compito di salvare la fidanzata che è stata rapita da qualcuno all'interno di una casa maledetta. Rick per riuscirci fa affidamento ad una antica maschera azteca che possiede poteri oscuri. Is this a JoJo reference? Si.
Il gioco ha una struttura piuttosto semplice: si prosegue nel livello in maniera bidimensionale eliminando tutti i nemici che si incontrano, soprattutto a mani nude ma usando anche vari oggetti contundenti come assi e spranghe. Il tutto è condito da una forte dose di violenza e sangue.
I richiami non mancano: nel gioco si citano molte opere horror come Venerdì 13 o la Casa ma abbiamo all'interno anche riferimenti alla cultura pop dell'epoca. Il gioco in sè invece si rifà moltissimo ai picchiaduro a scorrimento di quegli anni, su tutti ci vedo moltissimo di Altred Beast.
Come detto Splatterhouse è uscito esclusivamente nelle sale giochi e Su PcEngine, una console piuttosto di nicchia. Ma ecco che nel a luglio 1992, poco più di 30 anni fa, esce Splatterhouse 2: ufficialmente il seguito ma che è a tutti gli effetti un porting/remake del primo episodio, in esclusiva per SEGA MegaDrive questa volta.
Splatterhouse 2 ricalca piuttosto fedelmente il primo capitolo e le differenze sono davvero minime. L'unica cosa cambiata è la maschera di Rick, non solo rispetto al primo (che era una maschera da hokey) ma anche tra diverse regioni: la versione giapponese presenta una maschera in stile Kabuki, mentre la versione occidentale è più simile alle fattezze di un teschio.
Di nuovo, il buon successo di questo secondo capitolo ha dato anche spazio ad un terzo, che però merita di essere trattato a parte.
Intanto auguri a Splatterhouse 2 per i suoi 30 anni!
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